sabato 3 marzo 2012

diritto alla salute sempre


L'articolo 25 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (adottata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 10 Dicembre 1948) dice: ogni individuo ha il diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare riguardo all'alimentazione, al vestiario, all'abitazione, e alle cure mediche e ai servizi sociali necessari [...].

Ma l'articolo 32 della Costituzione Italiana dice: la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.

Ribadisco: interesse della collettività. Quindi occorre domandarsi se, nella Costituzione italiana, al diritto alla salute corrisponda un dovere alla salute.



Sotto questa luce nuova vanno considerate le "limitazioni alla libertà personale" quali casco obbligatorio sulla moto (e prossimamente sugli sci?), cintura di sicurezza in auto, ma anche un'eventuale fat tax, nuove accise sui tabacchi e alcolici, oppure targhe alterne e zone a traffico limitato.


Infatti non è esplicitamente previsto dalla Costituzione, ma una presenza implicita c'è: l'art. 4, dovere di lavorare, e l'art. 52, dovere di difendere la patria, richiedono un buono stato di salute; l’art. 5 del codice civile vieta “gli atti di disposizione del proprio corpo (…) quando cagionino una diminuzione permanente della propria integrità fisica”. 



Ricordiamoci anche dei doveri quindi, non solo dei diritti, quando usciamo a bere con gli amici o andiamo in montagna a fare downhill.


Si veda Prof. Matteo Cosulich, professore associato di Istituzioni di diritto pubblico nell'Università di Trento, La salute fra diritto dell’individuo e interesse della collettività: la questione della responsabilità individuale nella sanità.

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